Dici “Spoleto” e ti viene in mente il Festival dei due Mondi. La città e il suo evento clou sono legati a doppio filo e fanno promozione l’una all’altro. Che sia la città, simbolo della cultura internazionale, a fare da traino alla kermesse o viceversa, poco importa. Sta di fatto che entrambe sono conosciute in tutto il mondo nella loro unicità. Di certo Spoleto è una delle città d’arte più affascianti dell’Umbria che attrae turisti e registi che sempre più spesso la scelgono come location delle proprie produzioni.
La città ora è pronta a ospitare il Festival di arti performative, più antico e conosciuto d’Italia, che quest’anno festeggia 67 anni e che in 17 giorni (dal 28 giugno al 14 agosto) propone più di 60 spettacoli, tra opera, musica, danza, teatro, performance e installazioni artistiche, in 20 sedi. Saranno coinvolte più di 30 compagnie internazionali per oltre 600 artisti, provenienti da 20 paesi, che nelle loro rispettive specialità declineranno “Musica e mito“, il tema scelto per quest’anno.
“La città e il Festival un connubio imprescindibile per gli artisti di tutto il mondo, quelli che su questo palcoscenico si sono esibiti in passato e quelli del nostro tempo, che a Spoleto giungono, o tornano, con il loro immaginario nutrito di creatività, di eticità, di speranza, di volontà di trasformazione – scrive Monique Veaute, la direttrice artistica – Il Festival non è solo una vetrina di grandi nomi ma un laboratorio in cui crescono idee, sinergie, collaborazioni, progetti artistici. Per questa ragione guardo ai talenti giovani tanto quanto alle proposte originali e ai nuovi mezzi espressivi”.
Un programma ricco e tutto da scoprire
“Al centro della programmazione di questa edizione ci sono due opere e due letture originali e per certi versi antitetiche: Ariadne auf Naxos di Strauss, affidata alla Budapest Festival Orchestra e al suo direttore Iván Fischer, e Orfeo ed Euridice di Gluck con la regia di Damiano Michieletto e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia – dice ancora la direttrice artistica – È il mito a guidare la riflessione di questa edizione, come elemento culturale che ci costringe al confronto con interrogativi per definizione irrisolti, come espressione del complesso rapporto tra gli individui e la società, delle esperienze che risuonano collettivamente e nelle quali ci si riconosce e che sono alla base della civiltà occidentale”.
Ad aprire venerdì 28 al teatro Gian Carlo Menotti Isabelle Adjani, per la prima volta al Festival con “I mormorii dell’anima”. Tra gli ospiti della manifestazione si registra, tra gli altri, il ritorno di Alessandro Baricco che terrà una lezione dedicata alla sua “Breve ed eretica storia della musica classica”, si ripeterà per tre weekend. A chiudere l’Orchestra nazionale di Santa Cecilia diretta da Barbara Hannigan.
Il debutto delle Notti bianche del Festival
Musica e gola a Spoleto vanno a braccetto. Ecco allora che quest’anno debutta un’iniziativa che delizia i due sensi: udito e gusto. Per la prima volta si tengono le Notti Bianche del Festival. Concerti itineranti, performance artistiche, aperitivi e cene tipiche con assaggi gratuiti di Trebbiano Spoletino, negozi e Musei Civici aperti fino alle 24. L’iniziativa che si svolgerà dal 6 all’11 luglio nasce dalla collaborazione tra il Comune di Spoleto, la Fondazione Festival dei Due Mondi, la Confcommercio di Spoleto, il Consorzio Operatori Turistici ConSpoleto e La MaMa Umbria International. Due le street band che si esibiranno in altrettanti concerti itineranti: la Dixie Fish Street Parade e la OverSoul Street Band. Le Notti Bianche del Festival saranno anche l’occasione per celebrare il Trebbiano Spoletino. Sono circa 40 i ristoranti ed i bar che hanno aderito all’iniziativa “Brindiamo con i vini della Spoleto DOC”, due serate con aperitivi e cene tipiche durante le quali verrà offerto un assaggio del bianco per eccellenza del territorio.
Il Duomo di Spoleto, un fascino senza tempo
Il Festival è l’occasione per scoprire, riscoprire, ritornare a Spoleto. Una città dal fascino senza tempo che attrae da sempre i turisti in transito per l’Umbria. Una realtà che piace ad attori e registi che, al di là del festival, frequentano o tornano a frequentare queste parti sia per la bellezza dei luoghi e dei monumenti, sia per la pace e il fascino del territorio. Tra i tesori intramontabili c’è il Duomo, uno dei suoi luoghi simbolo.
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