Dici “Duomo di Spoleto” e ti viene in mente il Festival. La cattedrale di Santa Maria Assunta, sullo sfondo della piazza dove si affacciano anche i palazzi Rancani, della Signoria, il teatro Caio Melisso e la chiesa di Santa Maria della Manna, fa da naturale scenario, infatti, all’evento culturale conosciuto in tutto il mondo.
Il nucleo originario è molto antico: già nel 956 erano presenti la chiesa di Santa Maria del Vescovato e dell’episcopio, ma è nel XII secolo che il Duomo venne rinnovato in forme romaniche, nel 1198 fu consacrato e nel 1216 dedicato a Santa Maria Assunta.
L’elemento che lo caratterizza è la scenografica facciata, con copertura a capanna, affiancata da una torre campanaria possente a pianta quadrata. Realizzata in blocchi di pietra, nella parte inferiore presenta un portico rinascimentale, progettato da Antonio Barocci, si articola in 5 arcate a tutto sesto intervallate da colonne corinzie. Sotto il portico si aprono tre portali di cui quello centrale, conosciuto come Porta Paradisi, decorato in stile romanico.
La parte mediana della facciata presenta cinque rosoni risalenti alla fine del XII secolo. Quello centrale, più grande, è delimitato da una cornice quadrata che, agli angoli, riporta la simbologia dei quattro Evangelisti. La parte superiore, separata da quella mediana da un marcapiano con archetti pensili, completa in alto la ricca facciata sulla quale si aprono tre rosoni che “incorniciano” il mosaico raffigurante Cristo in trono tra la Madonna e San Giovanni Evangelista, realizzato nel 1207 in forme bizantine. Gli spioventi della copertura sono decorati con archetti pensili.
L’interno è a croce latina in tre navate suddivise in sei campate e termina con abside semicircolare, impreziosita da un affresco di Filippo Lippi raffigurante le storie della vita della Vergine. Trasformato radicalmente nel XVII secolo per volontà di papa Urbano VIII, è in stile barocco. Della cattedrale romanica rimane il pavimento musivo della navata centrale, composto da tessere di pietra, porfido e serpentino, mentre il pavimento delle navate laterali, realizzato nel 1481 da Matteo Rosso Balsimelli da Settignano, è a losanghe bianche e rosse.
Dopo il restauro voluto dal papa, la cattedrale si arricchì con altari, come quello maggiore, e strutture di Giuseppe Valadier di fine Settecento. Tra le opere da segnalare, il busto di Urbano VIII, nella nicchia in controfacciata, realizzato dai Gian Lorenzo Bernini; un affresco del Pinturicchio raffigurante Madonna e Santi, la Croce dipinta di Alberto Sotio, il sepolcro di Filippo Lippi.