Devono aver pensato di essere caduti in un buco nero o di aver attraversato la porta del tempo i sei giovani speleologi che nel 1979 hanno trovato una fessura nella roccia, un passaggio sotto l’antico convento domenicano che ha aperto loro la porta su un’altra dimensione. La storia della scoperta della Narni sotterranea ha dell’incredibile, come incredibile è questo borgo in cui storia e tradizioni si intrecciano con il mistero e alimentano la fantasia. Non a caso questa terra ha ispirato le “Cronache di Narnia”. E allora cosa aspetti a venirla a conoscere?
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La città che non ti aspetti
In questo borgo ricchissimo di storia e monumenti, Narni sotterranea è una delle mete più suggestive, se non altro per la storia che ha. La sua scoperta, come detto, si deve ai ragazzi del Gruppo Speleologico dell’Utec di Narni che, mentre stavano provando delle nuove funi, scendendo dall’alto verso i Giardini di San Bernardo, scoprirono un piccolo passaggio su un muro che immetteva in un ambiente affrescato, una chiesa domenicana del XII secolo. Partirono una serie di lavori che portarono a grandi scoperte. In meno di mezzo secolo, la Narni sotterranea è diventata un po’ un simbolo dell’Umbria sotterranea.
Oggi il percorso parte dal convento di San Damiano che immette nella chiesa del XII secolo dedicata a San Michele Arcangelo, che custodisce gli affreschi tra i più antichi della città. Qui il pavimento a vetri consente di ammirare i ritrovamenti archeologici e grazie alla ricostruzione virtuale si può conoscere la storia di questa chiesa sotterranea. Da qui ci si immette in una cisterna romana e percorrendo un lungo corridoio si arriva alla Stanza dei Tormenti, in luogo in cui avvenivano gli interrogatori del Tribunale dell’Inquisizione. A testimoniare sofferenze patite dagli inquisiti, i graffiti lasciati sulle pareti di una piccola cella adiacente.
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Il centro d’Italia è qui
Se i sotterranei sono uno scrigno di questo centro, altrettanto suggestive solo le risorse che ha a cielo aperto. Tra quelle quella più “curiosa” è ponte Cardona perché qui, nel 2006 il geografo perugino Giuseppe, in base ai dati dell’Istituto Geografico Militare, individuò il centro d’Italia peninsulare. L’opera architettonica, custodita in un bosco di lecci e querce secolari, è il quarto ponte dell’acquedotto romano della Formina lungo tredici chilometri. Il ponte presenta un unico arco a tutto sesto a tutto sesto e sono ancora ben distinguibili i principali elementi architettonici e decorativi: la volta, l’armilla, i piedritti e parte della spalle.
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Il ponte che ha ispirato i pittori del Grand Tour
Dal ponte Cardona al ponte d’Augusto. La scoperta della Narni outdoor passa dall’altra importante opera architettonica che rappresenta anche uno dei simboli di questo centro. Tra i monumenti questo è quello più ritratto. Il ponte d’Augusto è stato fonte di ispirazione dei pittori del Grand Tour. Risale al 27 a.C. ed originariamente era lungo 130 metri, alto 30 e largo 8. Nel corso dei secolo ha subito vari crolli ed oggi se ne conserva la prima arcata, due piloni e i ruderi di due piloni dell’arcata centrale.
Le Gole del Nera: un percorso tutto da “gustare” con gli occhi
Dal ponte d’Augusto rappresenta anche l’estremità da cui si dipana il percorso alla scoperta delle Gole del Nera, un percorso lungo il fiume, che ricalca il tracciato di una vecchia ferrovia dismessa che si snoda tra Narni e Stifone. Qui la natura mostra i suoi colori più intensi soprattutto nel tratto finale dove sono presenti delle piscine naturali. Gli scorci che si presentano sono qualcosa di unico. Questo percorso è adatto a tutti e può essere fatto in bicicletta o a piedi.
Per saperne di più leggi la guida di Typimedia editore, Umbria Explora.