Lontana dai grandi flussi turistici ma vicina alle grandi vie di comunicazione, una terra percorsa da santi e condottieri, dove l’azione dell’uomo ha saputo intrecciarsi con l’armonia della natura. L’Umbria meridionale è un unicum all’interno dello stesso “cuore verde d’Italia. Un territorio da scoprire o riscoprire, da gustare e vivere, fatto di borghi, piazze e chiese ma anche di panorami mozzafiato, di tradizioni e di primati. Un’esperienza unica di slow travel.
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- Umbria Explora: Narnese, Amerino, Ternano in 100+1 luoghi e 10 itinerari tematici
- La Foresta Fossile di Dunarobba, un luogo magico sospeso nel tempo
- Un amore proibito all’origine della Cascata delle Marmore
- Trekking o in bici lungo le Gole del Nera fino al “lago dalle acque argentee” delle “Cronache di Narnia”
Una bussola per conoscere l’Umbria meridionale arriva con “Umbria Explora: Narnese, Amerino, Ternano in 100+1 luoghi e 10 itinerari turistici”, la guida turistica, ultima nata, in casa Typimedia Editore. Il volume della collana di slow travel “Le Tartarughine” ha selezionato 100 + 1 luoghi da vedere nei tre comprensori della provincia di Terni, meno conosciuti ma non per questo meno apprezzabili. La guida offre anche una serie di curiosità e aneddoti su questi territori e sui personaggi che li hanno attraversati o vissuti: da Federico Cesi che ad Acquasparta ha dato vita all’Accademia dei Lincei a San Francesco che in diversi comuni dell’Amerino e del Narnese ha compiuto miracoli durante i suoi viaggi da Assisi a Roma e viceversa, fino a San Valentino, il patrono degli innamorati sepolto a Terni.
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Tra le peculiarità descritte nella guida turistica, ci soffermiamo su quei luoghi o quelle risorse per cui l’Umbria meridionale è sconosciuta in tutto il mondo. Tra le peculiarità della zona c’è sicuramente la Foresta Fossile di Dunarobba, un unicum al mondo, venuta alla luce per caso. Durante i lavori di scavo in una cava d’argilla posta nella frazione di Dunarobba del comune di Avigliano Umbro, negli anni ’70 sono riemersi i resti di oltre 50 tronchi di enormi alberi della famiglia delle sequoie distribuiti su circa 3 ettari di terreno, risalenti a circa 3 milioni di anni fa, all’era del Pliocene. I fusti, che conservano tutt’oggi le caratteristiche dei legni originari, sono per la maggior parte ancora “vitali” e hanno la caratteristica di essere posizionati in verticale. Su questo sito è concentrata l’attenzione degli studiosi sia per gli aspetti paleobotanici sia per quelli ambientali che hanno determinato la loro perfetta conservazione.
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Il luogo più conosciuto e più fotografato dell’Umbria meridionale è sicuramente la Cascata delle Marmore. Meta sempre più gettonata di turisti e anche vip. L’ultimo a farsi il selfie qui è stato, l’estate scorsa, Raoul Bova. Qui, per un balzo complessivo di 165 metri, il fiume Velino si getta nel Nera. Uno spettacolo mozzafiato anche ha lasciato a bocca aperta anche il poeta inglese George Byron che nel 1817 le dedicò un canto definendola “orribilmente bella”. Sebbene lo scenario naturale intorno sia molto suggestivo, la Cascata delle Marmore non è un fenomeno naturale ma il frutto di un’opera di ingegneria idraulica voluta per primo dal console Manlio Curio Dentato, nel 271 a.C. E’ un luogo talmente suggestivo che sono diverse le leggende nate intorno a questo gioiello. Per conoscerle leggi qui
Da Byron ai plenaristi il passo è breve. C’è un posto che, tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, ha ispirato pittori come Turner e Corot che, innamorati di questi luoghi, li ritrassero spesso. Si tratta di Narni e delle Gole del Nera, un’oasi tra Narni e Stifone, tra il Monte Maggiore e il Monte di Santa Rosa, che nel suo tratto finale danno vita a piscine naturali dai colori intensi. Lungo questa lingua c’è un percorso ciclo-pedonale di sei chilometri, inaugurato nel 2016, che si snoda sul tracciato di una vecchia ferrovia dismessa. Un percorso adatto a tutti: amanti del trekking, della canoa, della bicicletta, del cavallo o semplici camminatori. Per saperne di più clicca qui