La Cascata delle Marmore è ormai una tappa obbligatoria per chi si trova in Umbria. A soli 7 km da Terni, si tratta del salto artificiale più alto del mondo.
La sua origine risale al 271 a.C. quando, per volere del console romano Curio Dentato, fu fatto costruire un canale per drenare una zona paludosa, indirizzando le acque stagnanti verso il salto naturale di Marmore, da cui potessero precipitare direttamente nel fiume Nera.
Il suo nome è legato ai sali di carbonato di calcio presenti sulle rocce, che ricordano molto il marmo bianco. Fin dall’antichità, questa particolarità diede il nome non solo alla Cascata, ma anche alla frazione vicina, Marmore.
In pochi però conoscono l’antica leggenda sulla sua nascita. Si narra che la ninfa Nera fosse perdutamente innamorata del bel pastore Velino. Nonostante le ninfe non potessero amare un essere umano, i due continuarono incuranti a vedersi, tanto era il trasporto l’uno per l’altra.
Questo amore proibito, però, rese Giunone tanto furibonda e gelosa da voler, un giorno, trasformare Nera in un fiume. Così Velino, disperato, decise di gettarsi dalla rupe di Marmore nelle acque del fiume per cercare di raggiungere la sua amata.
Fu allora che Giove, commosso, volle salvarlo, e lo trasformò a sua volta in acqua. Questo salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica ancora nella Cascata delle Marmore: un simbolo di amore infinito.
Una seconda leggenda è legata a San Valentino. La tradizione vuole che fu proprio il patrono degli innamorati, originario di Terni, a dare origine al flusso d’acqua: per provare la purezza della ninfa Nera, messa in dubbio dal suo futuro sposo, Valentino colpì e ruppe la roccia, creando un getto simile ad un velo da sposa.
(Federica Mosca)