Su una delle vette dei Monti Martani, che dominano il centro abitato di Acquasparta, a picco sul Fosso della Matassa, si trova Lo Scoppio, che deve il nome proprio alla sua posizione: quello scopulus che era per i latini una rupe sconnessa. Si tratta di un piccolo borgo incastonato nel verde e abbandonato dagli anni ’50.
Ma che nonostante il passare del tempo, il paesino conserva ancora la sua identità: alcune abitazioni sono diroccate mentre altre mostrano i resti di recenti interventi di restauro.
Dopo una lunga camminata lungo uno dei sentieri tabellati dal CAI, all’improvviso si comincia a scoprire la piccola chiesa, sormontata da un campanile che ha resistito al passare del tempo. Si tratta della Chiesa di San Michele Arcangelo, edificata attorno al XI-XII secolo con l’altare che conserva la simbologia dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio di Salomone e affreschi di Piermatteo Piergili risalenti al 1576. Le prime fondamenta del borgo risalgono al 500 d.C., con un insediamento di alcuni monaci basiliani.
Il resto dell’agglomerato prende forma più avanti, intorno al 1200: arrivano i Templari e con loro inizia la costruzione del castello e della chiesa. Cent’anni dopo nasce il borgo fortificato, di cui ancora oggi vediamo i resti.
All’interno dell’antico borgo si trova un rifugio gestito dal CAI momentaneamente abbandonato, realizzato per ospitare gli escursionisti.
La vista che si gode dalla cima è mozzafiato. Lo sguardo si perde per chilometri nell’immensità del verde.
Alcune case sembrano ancora piene di vita: una in particolare conserva un arredamento particolare con pareti colorate su cui si possono scorgere segni piuttosto singolari.
Di recente, questo luogo ricco di magia ha affascinato il regista Wim Wenders che vi ha voluto girare un pezzo del docufilm dedicato a Papa Francesco.
(Federica Mosca)