di Monica Di Lecce
Evocativo delle mura di Amelia ma anche di qualcosa di imponente, di importante, come l’allestimento di un festival che, giunto alla sua ottava edizione, può guardare indietro con soddisfazione e al futuro con molta ambizione. Si sta per alzare il sipario su “Ciclopica, i giganti in collina“, la kermesse di letteratura, arte e filosofia che per tre giorni mette Amelia al centro di un importante circuito culturale.
Se la formula, nel corso degli anni, si è andata consolidando, l’edizione di quest’anno, che si terrà dal 28 al 30 giugno, si incentra intorno al tema del mito e riserva diverse sorprese. A svelarle è il direttore artistico Giacomo Petrarca.
Quali sono le novità di questa edizione?
«La principale novità riguarda il fatto che tutti gli eventi sono gratuiti, compresi i concerti e le performance. L’altra riguarda una location di tutto rispetto: per la prima volta la cinquecentesca Villa Aspreta, una delle più belle del sud dell’Umbria, viene aperta per un concerto, venerdì 28 alle 21,30 con Ivan Segreto».
Quali sono gli altri appuntamenti da non perdere?
«Il programma è ricco e variegato. Sabato per esempio ci sono gli attori della serie cult “Boris” che daranno vita a una conferenza-reading. Domenica sarà la volta dello storico Carlo Ginzburg, tra i più celebri al mondo nel suo ambito. Ci sono anche diversi filosofi: Massimo Donà, Florinda Cambria, Marco Moschini e Massimo Adinolfi e molti altri personaggi. Domenica mattina, inoltre, al Chiostro dell’Oca sul Rio Grande è in programma un incontro con l’architetta e paesaggista Annalisa Metta».
Come nasce Ciclopica?
«”Ciclopica” nasce come festival inclusivo, pertanto propone diverse mescolanze. All’interno del festival, che si svolge in diverse location del centro, c’è spazio per tutti. La kermesse ha una valenza duplice, al di là dell’offerta culturale che propone, è anche l’occasione per promuovere il borgo offrendo al visitatore l’occasione di curiosare: curiosare all’interno degli eventi del festival ma anche tra le bellezze del centro storico”».
Giunto alla sua ottava edizione, come è cambiato il festival negli anni?
«La fatica è sempre la stessa ma la manifestazione è sicuramente cresciuta in termini di consapevolezza. È riuscita a dialogare con le altre realtà del territorio e a contenerle al suo interno».
Scorrendo i nomi degli ospiti di quest’anno, spiccano dei nomi di richiamo nazionale…
«Quest’anno il taglio è molto filosofico. Con gli ospiti andremo a declinare il tema del mito soprattutto contemporaneo. Proprio per i nomi di questo cartellone, questo è il primo anno che il festival ha un risalto nazionale».