di Monica Di Lecce
Sceso il sipario su Moon in June, è tempo di bilanci per una rassegna che anche quest’anno ha offerto musica di qualità con una proposta molto apprezzata dal pubblico, come conferma la direttrice artistica Patrizia Marcagnani.
«L’edizione di quest’anno ha registrato un’eccezionale partecipazione di pubblico e ottenuto unanimi consensi anche dalla critica, grazie a un programma ricco di proposte artistiche innovative e raffinate».
La rassegna si è svolta dal 22 giugno al 29 agosto con un cartellone itinerante. Qual è stato l’appuntamento più suggestivo?
«Uno dei momenti più magici del festival si è svolto all’Isola Maggiore. Qui Malika Ayane ha incantato gli spettatori con la sua eleganza e la sua voce inconfondibile mentre il concerto di Danilo Rea ha regalato una emozionante rilettura delle composizioni del maestro Ryuichi Sakamoto in un’esibizione di rara intensità emotiva».
La rassegna è proseguita con una serie di concerti al Barton Park di Perugia, quali quelli più apprezzati?
«Ce ne sono stati diversi. Penso a quello della storica band CCCP che ha offerto un set potente e coinvolgente. Il gruppo londinese Kokoroko, con il suo mix di afrobeat e jazz moderno, invece ha rappresentato un esempio perfetto di come il festival riesca ogni anno a portare artisti innovativi sulla scena, confermando la sua vocazione alla scoperta e alla promozione di nuove tendenze musicali. C’è stato poi il grande Francesco De Gregori che ha riportato sul palco il suo talento inimitabile».
Proseguendo nel suo “tour” dell’Umbria, Moon in June è arrivata a Umbertide…
«Il tributo a Robert Wyatt è stato un altro momento significativo del festival. Un omaggio sentito e carico di emozione a uno dei più grandi innovatori della musica contemporanea che ha toccato le corde più intime degli spettatori, chiudendo in bellezza un’edizione straordinaria».
Qual è, secondo lei, la chiave del successo di questa rassegna?
«Moon in June sa coniugare tradizione e innovazione, grandi nomi del panorama nazionale e internazionale con progetti artistici all’avanguardia, riuscendo a regalare al suo pubblico un’esperienza musicale unica. Inoltre la rassegna valorizza anche il talento locale con numerosi eventi gratuiti che hanno visto protagonisti artisti locali e non. Questa attenzione alla scena artistica locale, insieme alla varietà e alla qualità delle proposte, ha confermato ancora una volta la capacità del festival di essere inclusivo e attento a tutte le sfumature del panorama musicale contemporaneo, consolidandosi come un punto di riferimento nel panorama dei festival italiani».
L’edizione di quest’anno ha avuto una dedica particolare…
«Ha fatto parte del progetto Sergino Memories, un omaggio a Sergio Piazzoli, una figura fondamentale per la musica e la cultura del territorio, scomparso dieci anni fa. La rassegna è stata programmata in sintonia con la visione artistica di Piazzoli, con eventi e concerti che hanno riflettuto la musica e i progetti che entrambi amavamo e condividevamo. Moon in June è rimasta fedele alla sua idea di arte e alla sua inesauribile energia nel promuovere progetti di grande qualità».
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