Insieme al Duomo, la torre del Moro è uno degli edifici simbolo di Orvieto, la più grande della città. Alta 47 metri , è visibile da ogni parte della città. Sorge in una posizione centrale, nel crocevia su cui si affacciano i quartieri Olmo, Serancia, Corsica, Stella. Nel medioevo questa sua posizione segnava anche il punto di riferimento tra i poteri civile, economico e religioso. Un tempo si chiamava anche torre della Terza, dal nome dei conti che ne vollero la costruzione, e poi dei Papa in quanto divenne proprietà. Solo nel ‘500, quando venne ceduta da papa Leone X al Comune, è nota come “torre del Moro”, un appellativo le cui origini non sono chiare ma l’ipotesi più accreditata è tale appellativo sia legato a Raffaele di Sante, detto il Moro.
La torre civica si deve questa “mission” al fatto che con le campane scandiva i momenti più importanti della vita civile e solo in epoca più recente, nel 1875, venne dotata di un grande orologio. Alla sua sommità svetta una campana, che venne fusa nel 1316, con i 24 simboli delle arti. Affiancato alla torre c’è il Palazzo dei Sette, fatto costruire alla fine del ‘200 come sede dei sette consoli delle corporazioni e dei Mestieri denominati i Signori dei Sette, la più importante magistratura del Comune popolare. Istituti nel 1292, avevano il compito di garantire il rispetto della volontà popolare, venivano eletti dalle corporazioni delle 25 Arti, quelle economicamente più forti, e duravano in carica solo 2 mesi. Durante questo mandato potevano uscire dal palazzo solo se accompagnati dai collaboratori interni senza poter in alcun modo interferire e comunicare con nobili, ecclesiastici o parenti per evitare ogni possibile forma di corruzione.
Nel XVI secolo il palazzo fu interamente ristrutturato, fu dotato di un grande portale bugnato e scalone e divenne residenza temporanea del governatore pontificio fino ai giorni nostri. Oggi, con il suo grande chiostro, è un polo culturale e artistico.