Con la sua caratteristica forma piramidale, il Sasso di Pale domina la vasta piana di Foligno e la frazione di Pale, piccolo borgo incastonato ai piedi del versante montano. Tra queste rocce che puntano verso il cielo è incastonato un gioiello artistico e spirituale: l’Eremo di Santa Maria Giacobbe, un complesso rupestre che comprende un piccolo eremo e una chiesa, costruito intorno alla metà del XIII secolo in una grotta a metà del Sasso di Pale.
Il santuario è uno scrigno di arte, ma anche un luogo a cui gli abitanti della zona sono fortemente devoti, dove secondo la storia sostò in penitenza Santa Maria Giacobbe. Salendo, potrete persino appoggiare il piede su un’impronta impressa nella roccia: secondo la tradizione, sarebbe stata provocata proprio dalla Santa.
La storia dell’eremo, tra leggende e spiritualità
La fondazione precisa dell’eremo è sconosciuta, ma dallo studio degli affreschi interni alla chiesa è stato possibile dedurre che il complesso risale alla metà del XIII secolo, data che trova conferma nel censimento delle chiese della Diocesi di Foligno del 1295, quando per la prima volta viene nominato il santuario di Santa Maria Giacobbe in Pale.
Quello che è certo è che il luogo è considerato sacro per la presenza di Maria de Iacoba, la madre di Giacomo, per tradizione cristiana una delle donne che ricevette riceveranno l’annuncio della resurrezione presso il sepolcro. Il culto della Santa si diffuse proprio nel XIII secolo nel centro Italia, portato probabilmente da monaci orientali: per la prima volta è attestato a Veroli, dove si dice siano stati trovati i suoi resti mortali, e poi è arrivato fino a Pale, dove la leggenda racconta che Maria Giacobbe si sia ritirata in una grotta sul monte, nel punto in cui venne eretto il santuario/eremo in seguito.
L’eremo è un santuario di frontiera, cioè al limite di varie comunità e parrocchie, e negli anni è diventato un punto di aggregazione religiosa, sociale e culturale, oltre che un luogo ritenuto terapeutico e meta di pellegrinaggio per richiedere protezione e aiuto alla Santa. Anticamente salire a piedi scalzi lungo l’aspro percorso era un modo di purificarsi prima di entrare nello spazio sacro, e in paese ancora ricordano la tradizione del “pellegrinaggio sostitutivo”, per cui un committente non saliva, ma pagava sette ragazze guidate da una donna sposata per andare al santuario a chiedere beneficio. Accanto alla chiesa, in un locale separato, si possono vedere numerosi ex voto per grazia ricevuta, anche se i più antichi sono stati spostati per essere conservati presso la chiesa parrocchiale.
L’arte dell’Eremo
Il complesso dell’Eremo di Santa Maria Giacobbe è composto da una serie di edifici di epoche diverse, tutti costruiti sotto una rientranza della parete rocciosa che in parte fa da volta. L’edificio più antico è la chiesa, ed è anche quello che contiene le opere d’arte più interessanti, un ciclo di affreschi che ricopre tutte le pareti. Alla chiesa si addossano, costruiti su livelli diversi, due edifici in cui si trovano le piccole stanze degli eremiti, a lungo custodi del santuario, e le aree usate per vivere, come la cucina e il lavatoio, mentre dalla porta a destra dell’abside si accede a un cortile dotato di cisterna per l’acqua piovana, usata dagli eremiti per usi domestici e dai devoti per scopi terapeutici.
Com’è oggi
L’Eremo di Santa Maria Giacobbe è raggiungibile da Pale attraverso un sentiero ripido, a tratti scalinato, che si arrampica sulla montagna attraverso boschi e ghiaioni, fino a raggiungere i 525 metri dove è collocato il santuario. Il complesso non è sempre aperto, è necessario prenotarsi con almeno 3 giorni di anticipo, in modo che una guida si faccia trovare sul posto all’orario stabilito, per aprire l’eremo e raccontarne la storia. Per info: www.paledifoligno.it.
(Martina De Angelis)