Cesi è un piccolo borgo a pochi chilometri da Terni. Secondo la storia fu popolato fin dal X sec. a.C. da popolazioni umbre che difesero la loro libertà combattendo contro l’esercito romano.
Tito Livio narra che “Nell’alto Medioevo fece parte delle Terre Arnolfe dal nome del conte Arnolfo, venuto come conquistatore in Italia, al seguito dell’imperatore germanico Ottone. Più tardi contese a Sangemini il titolo di capitale delle Terre Arnolfe”.
L’origine etimologica del nome è da ricercarsi nel bosco ceduo cioè tagliato per fare posto a nuove abitazioni. Dal luogo prese il nome la nobile casata dei Cesi, che nel corso dei secoli dette alla Chiesa vescovi e cardinali, tra i quali Pierdonato Cesi, governatore di Romagna e vicelegato di Bologna che ornò di edifici e statue tra le quali quella celebre del Nettuno, nella piazza omonima. Ma a dar maggior lustro alla casata fu senz’altro Federico Cesi, principe e fondatore dell’Accademia dei Lincei di cui fece parte il grande Galileo Galilei. Oggi Cesi si presenta come un delizioso borgo che vive di storia.
Numerosi i suoi monumenti: all’ingresso la chiesa sconsacrata di San Michele arcangelo in cui si svolgono eventi culturali. Più avanti il Palazzo Cesi in due corpi, con vicino l’antichissima chiesa di sant’Andrea, decorata all’esterno da bassorilievi carsulani. Nel centro storico la chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta con preziose opere d’arte tra le quali la tela con Madonna,Bambino e Santi, di artista ignoto, denominato Maestro di Cesi. Interessante il palazzo Spada per la caverna all’interno, da cui proviene aria fredda che veniva incalanata nelle cantine per mitigare il clima e conservare meglio cibi e bevande. Il fenomeno dei venti sotterranei è presente in gran parte del borgo. Oggi le grotte eoliche possono essere visitate previo appuntamento.
Caratteristica è la posizione del borgo, in pericolo per i massi possenti che lo sovrastano. La sua sicurezza è affidata al patrono Sant’Onofrio, collocato tra l’altro, proprio in una cappellina al di sopra del paese. Più in alto, sul monte Eolo la rocca fortificata da Federico Barbarossa per impossessarsi della valle ternana e la chiesa di Sant’Erasmo che sostituì il cristianesimo al paganesimo degli Umbri. Da lì parte la strada che porta a Torre Maggiore, nel punto più alto dei monti Martani, dove sono presenti i basamenti di due antichi templi, costruiti in epoche diverse (VI e V sec.a.C) e reperiti numerosi oggetti votivi che evidenziano la zona come centro religioso molto importante collegato non solo con Carsulae ma anche con Terni.
(Federica Mosca)