Esistono poche città in Italia come Perugia, ricca di tesori non solo in superficie, ma anche sottoterra: il sottosuolo suo territorio della cittadina umbra è ricco di una fittissima rete di cunicoli e ambienti ipogei. Il più significativo è la necropoli del Palazzone, scoperta per caso nella frazione di Ponte San Giovanni, è uno dei più importanti siti funerari etruschi del centro Italia. All’interno di questo complesso già prestigioso si trova uno degli esempi più importanti di architettura funeraria: l’Ipogeo dei Volumni, sepolcro monumentale sotterraneo datato II secolo a.C. e appartenuto alla ricca famiglia dei Velimna – Volumni.
Storia e struttura dell’Ipogeo dei Volumni
L’Ipogeo dei Volumni è il sepolcro di maggiore rilievo tra le 38 tombe scavate nella roccia che compongo la vastissima necropoli del Palazzone. Scavata diversi metri sotto il terreno, la tomba è stata realizzata per ospitare le spoglie mortali di Arunte Volumnio (Arnth Velimna Aules, in etrusco), e della gens Volumnia, antica famiglia patrizia.
Non ci è arrivato molto della sua storia, ma grazie allo studio dei sarcofagi più antichi conservati all’interno dell’ipogeo si è ipotizzato che potrebbe essere databile intorno alla seconda metà del II secolo d.C., data che rientra nella fascia temporale di utilizzo della necropoli (III secolo a.C.- I secolo d.C.). L’importanza della famiglia dei Volumni è testimoniata dalla complessità e dalla ricchezza dell’Ipogeo: la tomba è costruita in modo da riprodurre una casa romano-italica, con varie stanze di diversa grandezza che si sviluppano intorno all’atrio principale.
Nel vano d’ingresso sono sistemate sette deposizioni, grandi urne funerarie su cui è scolpito il ritratto del defunto. Di tutte, l’urna di Arunte è la più maestosa, e quella artisticamente di maggiore valore: realizzata in travertino stuccato e dipinto, è caratterizzata da un letto adorno di drappi su cui riposa il defunto, nella tipica posizione recumbente. Di grande fascino anche gli ambienti, con i soffitti che imitano tetti in legnao, urne cinerarie scolpite con figure mitologiche, sculture in bassorilievo, resti di affreschi e di iscrizioni in etrusco e latino.
La scoperta casuale dell’Ipogeo e della Necropoli
Nonostante già nel Medioevo si parlasse della presenza dell’Ipogeo dei Volumni, le tracce della tomba si sono perse nei secoli. Solo nel 1840 il complesso è venuto alla luce, scoperto completamente per caso durante i lavori di costruzione della statale. Quando si iniziarono gli scavi per la strada emerse un ricco corredo, e da lì una campagna archeologica portò alla luce l’interno complesso. Il fascino dell’ipogeo attirò studiosi da tutta Europa, tanto che il sito venne inserito nei Gran Tour, il viaggio di formazione dei giovani facoltosi europei.
Com’è oggi
Oggi l’Ipogeo dei Volumni è un sito visitabile, come tutto il complesso della necropoli del Palazzone. L’ingresso si trova a Ponte San Giovanni, distante 7 km da Perugia, ed è indicato da un edificio dalla doppia funzione di difesa del complesso e di piccolo museo. All’interno, un ripido corridoio a gradini (dromos) scende per alcuni metri sottoterra e conduce alla porta d’ingresso dell’Ipogeo.
(Martina De Angelis)