In Italia è una rarità nel panorama della cucina etnica, ma a Perugia c’è. Parliamo di cibo giapponese tradizionale cucinato da un vero cuoco giapponese. Siamo nel cuore del centro storico, verso la fine di piazza Matteotti, al Giap-One, una trattoria dove non si trova il sushi dei locali di tendenza, ma piatti popolari e a lunga cottura come il ramen di carne (due mesi di cottura) e di pesce (una settimana di cottura), straccetti di carne Gyùdon o Sukiyaki, (due giorni di cottura), il Soba, una zuppa con pasta di grano saraceno e tempura di verdura e gamberi, pollo fritto e bistecca di maiale marinati nel miso (per un giorno e tre giorni) e tanti altri piatti della cucina tipica nipponica: Oyakodon, Oyaki con o senza alga nori, polpettine giapponesi, maiale in salsa di zenzero con radici di loto, Okonomiyakt (pizza giapponese) con ingredienti del giorno, ciotole di riso in tante varianti (oyako, ebitama, konoba, soboro, yuba e taketon stracotti in salsa piccante)… e tanti fuori menù.
Sono tutti piatti dell’autentica cucina giapponese popolare, che la simpatica proprietaria Chihiro propone ogni giorno, in base alla disponibilità delle materie prime, preparandoli con i giusti tempi e nel rispetto dei sapori e dei saperi della tradizione. Tante anche le scelte vegane come Onigiri, spaghetti di grano saraceno con alghe e tofu fritto, contorni di verdure e legumi e per dessert Mochi vegano al the verde o alla marmellata di fagioli rossi (azuki) o al burro di arachidi… E poi gelato al sesamo, Kasutera (una specie di pan di Spagna giapponese) e Dorayaki. Il tutto da accompagnare, se si vuole, con sake, gin o whisky invecchiato, sempre rigorosamente made in Japan.
Anche se il menù da asporto è ricco e variegato, vale la pena di assaporare queste specialità comodamente seduti all’interno del locale per apprezzarne l’atmosfera autentica e familiare. Che non si tratti del solito ristorante che propone sushi a volontà e neppure sushi gourmet lo si capisce da subito, dalla vetrina con la tavoletta dei fuori menù scritti a mano e la scritta “Ramen”. Un invito ad entrare a cui è difficile resistere.
(Monia Rossi)