Federico Cesi visse in un secolo di grandi contraddizioni, segnate dall’ansia di conoscenza e dai freni che cercava di imporvi la controriforma. Il padre Federico I, duca di Acquasparta e poi principe di San Paolo e Sant’Angelo era restio per principio alla scienza, mentre la madre, Olimpia Orsini di Todi, fu una dama raffinata che influì profondamente sulla formazione del figlio.
Federico ebbe per maestri “lettori”, tra i quali l’olandese Giovanni Heck, dottore in fisica e medicina, Francesco Stelluti, matematico naturalista e Anastasio De Filiis, esperto di scienza meccanica. A 18 anni Federico fondò l’Accademia dei Lincei, un consesso di studiosi tra i quali il grande Galileo Galilei che nel 1613 pubblicò il libro “Historiae e dimostrazioni delle macchie solari”. A conforto di queste teorie fu la costruzione del telescopio e del microscopio, strumenti entrambi fondamentali. Federico amava molto rifugiarsi nel suo palazzo di Acquasparta dove nella torretta del giardino aveva un suo studio, il “perfugiulum”. Scrisse il primo Trattato sulle api, Apiarium, basato sullo studio dal vivo degli insetti.
Cesi cercò in tutti i modi, di difendere Galileo e le sue teorie, innovative. La sua morte impedì questo processo e Galileo fu costretto all’abiura.
Delle giornate trascorse dai Lincei ad Acquasparta si ricorda un episodio particolare: Galileo chiese di visitare la cascata delle Marmore e il lago di Piediluco. Fu lì che mise in atto un esperimento sulla concezione relativistica del moto. Il principio fu ripreso da Einstein nel 1915.
Federico morì nel 1630 a soli 45 anni e le sue ossa riposano nella chiesa di Santa Cecilia ad Acquasparta. La tomba fu nel corso degli anni violata, forse a scopo di furto o in segno di disprezzo per le sue attività scientifiche. Nel 1911 il professor Possenti di Terni trovò insieme a dei rifiuti la maschera di cera del capo di Federico Cesi, che oggi è conservata nella sede dell’Accademia dei Lincei a Roma.
(Federica Mosca)