Il pampepato è un dolce a base di nocciole e cioccolato che ritroviamo in varie parti d’Italia. Ma vanta la denominazione Igp (indicazione geografica protetta) nella città di San Valentino, a Terni. È il primo dolce dell’Umbria e uno dei sei dolci italiani a vantare l’Igp.
Una piccola cupoletta a base di frutta secca, pepe, cioccolato, uva passa, canditi, cacao amaro, miele, caffè, spezie e farina: si tratta di un dolce consumato principalmente durante le feste natalizie.
In casa si inizia a prepararlo intorno all’ 8 dicembre e tra le famiglie dell’Umbria meridionale (arrivando fino a qualche comune della provincia di Perugia) ve ne è un grande consumo almeno fino al 6 gennaio. Non è difficile però trovarlo anche per la festa patronale di San Valentino del 14 febbraio o addirittura a Pasqua, a dimostrazione della grande capacità di conservazione di una ricetta (sebbene priva di conservanti) che a Terni risalirebbe almeno al 1500. Qualche teoria, in realtà, lo assocerebbe alla gastronomia dell’Antica Roma pur con le dovute distinzioni, dato che il cioccolato arrivò in Europa grazie agli Arabi intorno al 1500. La prima ricetta scritta, comunque, risale al 1800, mentre il primo riferimento a una produzione professionale risale al 1913 a opera del famoso pasticcere Spartaco Pazzaglia.
Il dolce ternano è di umili origini, contadine, ed è simbolo della capacità di unire in una sola preparazione ciò che si riusciva a ottenere da un’economia rurale. La forma de “lu pampepatu” ternano è una semi sfera irregolare. Il nome deriva dall’utilizzo del pepe nella preparazione. Non vi resta che mettervi all’opera e sbizzarrirvi con la ricetta che preferite!
(Federica Mosca)
Foto wikipedia – Wander Umbria