Tra le molte bellezze che Perugia offre a chi la visita, l’ex acquedotto non è tra le più conosciute, ma rientra tra le più affascinanti. Si tratta di una porzione dell’antico complesso romano costruito per portare l’acqua nella cittadina, utilizzato fino all’Ottocento per poi cadere in disuso.
Oggi le due parti visitabili e visibili – l’inizio presso monte Pacciano, e la fine vicino porta Conca – sono state trasformate in un camminamento pedonale che attraversa il centro storico, dove passeggiare su centinaia di anni di storia godendo di un punto di vista unico sulla città vecchia.
Le origini dell’acquedotto
La storia dell’acquedotto ha origini molto antiche, che affondano all’epoca dei romani. La struttura iniziale, però, si affermò come elemento fondamentale per la città di Perugia solo nel 1254, quando venne ampliata in modo da arrivare a raggiungere la sorgente del Monte Pacciano. Il lavoro compiuto nel XIII secolo è un’opera di ingegneria molto complessa, soprattutto per l’epoca: per creare le condutture sono stati scavati centinaia di metri di cunicoli, cisterne e serbatoi, il tutto usando solo un condotto forzato a pressione.
All’ampliamento dell’acquedotto si deve anche la realizzazione della Fontana Maggiore. Il monumento svetta al centro di piazza IV Novembre, ed è diventata uno dei simboli di Perugia, anche se non molti sanno che venne costruita proprio per celebrare la messa in funzione dell’acquedotto romano.
La trasformazione
Nonostante la sua partenza scoppiettante, nel corso dei secoli successivi l’acquedotto presentò molti problemi funzionali e di manutenzione. Nel 1641 si fece un tentativo di recuperarlo, costruendo un nuovo tracciato per deviare il corso dell’acqua bloccato dalla costruzione di tre conventi, ma nel tempo alla fine la struttura divenne obsoleta e nel 1835 venne dismessa, in funzione di una struttura più moderna.
Una parte dei danneggiamenti subiti, purtroppo, fu colpa anche dell’uomo: l’acquedotto, infatti, funzionò sempre peggio anche a causa di vandali, che lo depredarono per rubare il piombo delle tubature, o da soggetti privati che ne deviarono il corso in modo da irrigare i propri terreni privati. Anche se non venne più usato per trasportare l’acqua, l’acquedotto romano mantenne il suo fascino, tanto che nell’Ottocento divenne meta privilegiata dai cittadini per passeggiare nel centro storico, tradizione che ha ispirato il camminamento pedonale odierno.
Com’è oggi
Dalla prima metà del XIX secolo, l’acquedotto romano è diventato un camminamento pensile che collega il centro storico e il borgo di Porta Sant’Angelo. Il percorso, aperto e fruibile gratuitamente, è molto suggestivo perché si snoda lungo uno dei tratti più belli dell’opera, il ponte sorretto da una decina di campate con arco a tutto sesto, intorno cui negli anni sono state addossate le abitazioni. L’ultimo tratto del camminamento è sotterraneo, ed è visitabile periodicamente tramite speciali visite guidate. Per informazioni: www.turismo.comune.perugia.it.
(Martina De Angelis)