“La Storia di Terni”, a cura di Matteo Bebi, è un viaggio nel tempo che attraversa le vicende dell’antica città umbra costruita sulle sponde del fiume Nera. Migliaia di anni or sono, quella che oggi è la “Conca” adagiata sotto la catena appenninica, non è altro che la spiaggia d’un immenso mare ancestrale. Seguiamo il primo popolo che nel lontano X secolo a.C. si stabilisce sulle sponde dell’antico fiume Nahar, l’odierno Nera: sono i Naharki, una popolazione di etnia umbro-sabina dalla forte identità.
Assistiamo alla trasformazione di questo villaggio nella città di Interamna Nahars con l’arrivo del console Manio Curio Dentato. Di qui passerà la via Flaminia, crogiolo di popoli e culture, teatro dello scontro tra Vitellio e Vespasiano. Nel 226 d. C. la città dà i natali a un uomo il cui nome, conosciuto in tutto il mondo, è divenuto leggenda: San Valentino, il martire ucciso appena fuori Roma.
Arriviamo al Medioevo, quando Terni, ormai un potente e libero comune, viene devastata dallo spietato Cristiano di Magonza al seguito di Federico Barbarossa. Nel luglio del 1527 i lanzichenecchi, di ritorno dal Sacco di Roma, piantano le tende fuori dalla città. Assistiamo al tramonto dell’età comunale e a quel 20 settembre del 1860, quando un contingente di bersaglieri entra attraverso Porta Spoletina: Terni è italiana. La città dell’acciaieria e dell’industria nasconde una storia fatta di leggende, come il drago Thyrus o gli spiritelli acquatici, di personaggi altisonanti, come Lucrezia Borgia, Antonio da Sangallo il Giovane e Luigi Pirandello.
Il tragico bombardamento dell’11 agosto 1943 viola la Terni dell’acciaio ma non scalfisce lo spirito dei suoi abitanti. La ricostruzione del dopoguerra trasforma il volto cittadino che si espande su tre centri “storici”: nonostante la crisi industriale degli anni ’80, con l’ascesa della ThyssenKrupp, Terni cresce. Fino alla nuova crisi economica, alla quale si aggiungerà la piaga del 2020, quando il Coronavirus assedia la città.
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