Il Museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana di Selci Lama, nel Comune di San Giustino (Pg), narra l’evoluzione delle tecniche tipografiche nel corso degli anni. Pagine importanti della storia di un’arte, quella della stampa, che era molto sviluppata all’inizio del ‘900 in Italia e in questa parte dell’Umbria: l’Alto Tevere.
Nato nel 1913 come distaccamento della tipografia Leonardo da Vinci di Città di Castello, lo Stabilimento Tipografico Pliniana già nel 1922 veniva incaricato della stampa della rivista “Il Foro Veneto”, di cui è gelosamente custodita una copia. In 110 anni di storia è diventato un punto di riferimento per istituzioni prestigiose come l’Archivio Segreto Vaticano, l’Istituto Storico per il Medioevo, il Centro Storico Benedettino, il Seminario Vescovile di Padova e la Deputazione di Storia Patria per l’Umbria.
Grazie alla visione lungimirante dei proprietari dello stabilimento che nel tempo hanno scelto di conservare invece che buttare, oggi il Museo storico custodisce alcune vecchie macchine tipografiche insieme a cassettiere in legno con i caratteri di piombo, scatole con le matrici, cliché in zinco e strumenti per la manutenzione. Tutti macchinari intatti e perfettamente funzionanti, in grado di tornare in funzione in qualsiasi momento.
Camminando tra le sale museali, ci si potrebbe immaginare un esperto operatore alla tastiera della linotype, mentre digita abilmente i caratteri che andranno a formare le righe fuse nel piombo in un unico blocco, una tecnica utilizzata per le stampe veloci, come la composizione di giornali, riviste e periodici. Durante il percorso espositivo, attirano lo sguardo dei visitatori alcune bellissime cassettiere in legno, piene di caratteri in piombo divisi per tipologia e dimensione, e le scatole contenenti le matrici, ordinatamente disposte, con cui venivano creati loghi, illustrazioni ed elementi grafici che hanno caratterizzato numerose pubblicazioni realizzate dallo Stabilimento Tipografico Pliniana. In particolare, tra le preziose testimonianze storiche e artistiche si trovano anche i cliché in zinco raffiguranti piantine di città, ritratti fotografici, frontespizi di libri e loghi di istituzioni che, nel corso del tempo, hanno richiesto i servizi della tipografia.
Un elemento particolarmente suggestivo è il rullo ancora impregnato d’inchiostro, che sembra essere rimasto lì come un segno tangibile degli anni Novanta, quando la tipografia ha fatto il passaggio dalla produzione a piombo all’utilizzo di sistemi di stampa più moderni per la stampa offset e per la stampa digitale in grado di soddisfare le richieste più eterogene, dalla produzione libraria di pregio alla realizzazione di materiale pubblicitario.
Monia Rossi
Foto: www.pliniana.it