Sangemini, anticamente Casventum, è un borgo in provincia di Terni. Dopo la caduta dell’impero romano, vi trovarono rifugio gli abitanti della zona, che la fornirono di mura fortificate, torri di avvistamento e porte. Fu nel IX secolo il suo nome mutò in San Gemini, in onore del santo Gemine che l’aveva preservata dalle invasioni saracene.
Un’altra versione vuole che il nome derivi dall’antico culto dei Gemini, testimoniato nell’antica Carsulae. Durante il medioevo, Sangemini ebbe un notevole sviluppo, come provato dalle numerose chiese e palazzi risalenti al periodo: il duomo di San Gemini del XII secolo, in stile tardo gotico, ricostruito nel XIX secolo con la consulenza di Antonio Canova; la chiesa di San Francesco del XIII secolo, con accanto l’ex convento Francescano, dall’interno in stile gotico: di pregio gli affreschi e il crocifisso ligneo.
Sulla piazza omonima una fontana del 1800 e il palazzo, sede del municipio, del 1700. Dopo la porta Burgi, il palazzo vecchio o pretorio, del XII-XIII secolo, sede del libero comune.
Sulla facciata un grande arco con scala in pietra e con gli stemmi di Eugenio IV e degli Orsini che vi governarono. Accanto la torre Esperia con in cima un campanile a vela e un orologio del 1700 a quadrante romano, ancora in funzione: la misurazione del tempo partiva dall’Ave Maria della sera, appena dopo il tramonto e non a mezzanotte. Poco distante, la chiesa di Santa Maria Incertis, secolo XIV-XV.
Interessante la chiesa di San Giovanni Battista (secolo XI). Su una parete laterale esterna, una lapide che ricorda gli autori dell’opera. Poco distante dal paese, la chiesa di san Nicolò, costruita nel 1036 per volere dei conti Arnolfi. Il portale è una copia di quello originale che apre la sezione medievale del Metropolitan Museum di New York al quale fu venduto nel 1936. San Gemini è inoltre famosa per le sue acque minerali.
(Federica Mosca)
Foto di copertina Valerio Clementi da Wikipedia