Libero Liberati è stato un grande campione di motociclismo e ancora oggi la città di Terni, dov’è nato e cresciuto, lo ricorda con un monumento nei pressi dello stadio, che porta il suo nome, una galleria sulla superstrada e una lapide installata lungo la Valnerina dove perse la vita nel 1962, durante un allenamento.
Libero Liberati lavorava alle Acciaierie ma con il passare degli anni la sua passione per le due ruote divenne la sua professione. E i successi iniziarono ad arrivare uno dopo l’altro. Nato nel 1926, nell’immediato dopoguerra iniziò a disputare gare locali e poi nazionali. A Terni nel 1948 vinse il circuito dell’acciaio in sella alla sua Guzzi 500. Sempre con la stessa moto, due anni dopo debuttò nel campionato mondiale.
Liberati era chiamato “il cavaliere d’acciaio”, a sottolineare il legame con la sua città natale, o anche “il ternano volante”.
Intorno alle sue epiche imprese sportive nacque ben presto un vero e proprio mito, e il campione ottenne una straordinaria popolarità. Nel 1956 vinse il suo secondo titolo italiano e l’anno seguente conquistò quello mondiale dopo aver vinto quattro delle sei gare in programma della categoria 500.
Sempre lo stesso anno vinse il Gran Premio del Belgio ma fu squalificato e la vittoria fu assegnata a Jack Brett. Ma nel 1958 il titolo gli venne restituito.
La sua brillante carriera fu spezzata da un tragico incidente nei pressi della curva di Cervara. Perse il controllo della sua moto a causa del fondo stradale bagnato e finì contro la parete rocciosa. Per lui purtroppo non ci fu nulla da fare. Il campione si spense a soli 35 anni.
(Federica Mosca)
Nella foto di copertina lo splendido murales in memoria di Libero Liberati, su viale Brin a Terni