Scenografica, gustosa e divertente come la primavera. È così che ci piace descrivere la ciaramicola, un dolce tipico della città di Perugia che, infatti, rimanda ai suoi colori, il rosso e il bianco. È un tipico dolce pasquale a base di uova, burro, farina, lievito, scorza di limone, mandorle, zucchero e alchermes, che le conferisce il tipico colore rosa scuro. Ha la forma di una grande ciambella ed coperta con una glassa di meringa bianca impreziosita da confettini colorati.
La sua origine risale al XV secolo, quando era considerata un simbolo di ospitalità e generosità. Secondo la tradizione, infatti, in passato le famiglie perugine ospitavano i pellegrini e i viandanti in occasione della Pasqua, offrendo loro questo dolce come segno di benvenuto. L’etimologia del termine non è certissima: potrebbe essere legata alla parola “ciara”, cioè la chiara o albume dell’uovo montato a neve che la ricopre per diventare meringa durante la cottura, oppure a “ciarapica”, il termine dialettale che indicava la Cinciallegra, il piccolo uccello multicolore che con il suo canto preannuncia l’arrivo della bella stagione.
Oggi la ciaramicola è un dolce molto apprezzato in quasi tutta la regione umbra e viene prodotto e venduto in numerosi negozi e pasticcerie della città di Perugia e dei comuni limitrofi, soprattutto durante il periodo pasquale.
La simbologia di questo dolce è tutta cristiana e si lega, appunto, alla Pasqua: il rosso della ciambella è infatti il simbolo della passione di Cristo, mentre il bianco della glassa ne simboleggia la resurrezione, e le codette colorate che spiccano sulla glassa bianca ricordano i diademi della corona regale di Cristo risorto. Ma la ciaramicola è anche un inno alla città di Perugia. Infatti, con i suoi colori, rappresenta i cinque rioni cittadini: Porta Sole (bianco), Porta Sant’Angelo (rosso), Porta Susanna (blu), Porta Eburnea (verde) e Porta San Pietro (giallo).
Nel 2013 la ciaramicola è stata riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale italiano (PAT) dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Monia Rossi)