Consacrata a Santa Maria Annunziata, la Cattedrale di Todi è il principale edificio religioso della cittadina umbra. Realizzata appena dopo l’anno Mille, ha perso parte della sua forma originaria per via di incendi, crolli e terremoti, ma ancora conserva una serie di preziose opere artistiche. E non solo. All’esterno, dove si trova l’abside, quattro piccole formelle scolpite raccontano di un particolare animale leggendario medievale: una preziosa testimonianza di quanto, all’epoca, la religione e le credenze pagane fossero profondamente intrecciate.
Storia e arte della Cattedrale di Todi
Conosciuta anche come Duomo, la Cattedrale di Todi si affaccia sulla centrale piazza del Popolo, cuore amministrativo e religioso della cittadina. La facciata cattura lo sguardo con il prezioso rosone centrale, risalente al XVI secolo ma con vetri sostituiti nel corso dell’Ottocento, il campanile duecentesco e il portale riccamente decorato da fasce scolpite. La porta stesso è un vero e proprio pezzo storico, scolpito nel 1521 da Antonio Bencivenni da Mercatello.
A rendere tutto ancora più maestoso, la scalinata d’ingresso: 29 gradini, dalla cui cima si ha una d’insieme splendida sulla piazza. Lo stupore aumenta quando si varca la soglia, e ci si ritrova di fronte alle quattro navate interne, di cui la centrale è la più ampia e alta, un vero concentrato di opere d’arte preziose. Sul lato sinistro del presbiterio, per esempio, la Cappella Cesi conserva una volta decorata con affreschi di Ferraù da Faenza, detto anche il Faenzone.
È sua la mano che ha dipinto anche l’affresco più impressionante della Cattedrale, il grande Giudizio Universale che ricopre la controfacciata. Lungo il percorso che conduce fino all’altare si possono ammirare arcate gotiche e cappelle laterali riccamente dipinte, bellissime vetrate finemente lavorate, tavole pregevoli, la fonte battesimale di Pietro Moricone da Lugano (1507) e, sospeso in aria alle spalle dell’altare maggiore, il crocifisso di scuola umbra del XIII secolo.
L’abside della cattedrale e il mistero degli animali medievali
Dopo aver ammirato l’interno della cattedrale, fate una passeggiata all’esterno e percorrete per intero il suo perimetro. Una volta arrivati alle spalle, in corrispondenza dell’abside, solo gli osservatori più attenti riusciranno a scorgere quattro formelle su cui sono raffigurate immagini poco inerenti alla religione: si tratta infatti di una sorta di “striscia fumettistica” che racconta la nascita del basilisco, il mitico animale leggendario che si narra abbia il potere di pietrificare con un solo sguardo.
Le quattro piastrelle della Cattedrale di Todi rappresentano quattro immagini concatenate che parlano della nascita del basilisco: la prima rappresenta un gallo, perché secondo la leggenda l’animale nasce dall’uovo deposto per magia da un gallo vecchio, mentre nelle successive immagini si vede la bestia diventare un ibrido fra gallo e drago, e alla fine trasformarsi in un vero e proprio basilisco.
È una scelta che non dovrebbe sorprendere: il Medioevo è un’epoca ricca di leggende, figlie di un periodo in cui la cristianizzazione non è ancora così radicata nella popolazione da aver fatto dimenticare il folklore e i miti del paganesimo. In giro per Todi, sulle facciate di palazzi e monumenti, non è raro incontrare rappresentazioni di alcuni di questi animali fantastici, tra cui il regolo, caratteristico della cittadina: una sorta di piccolo drago abitante dei campi.
Com’è oggi
La Cattedrale di Todi oggi è perfettamente conservata. L’interno è visitabile liberamente tutti i giorni negli orari di apertura del complesso. Vale la pena seguire la scalinata sulla sinistra dell’altare per raggiungere l’ambiente suggestivo della cripta: lungo il corridoio di collegamento è possibile ammirare una collezione di arte sacra proveniente in parte dalla Cattedrale stessa, in parte da altre chiese della zona, mentre lo spazio sotterraneo ospita opere in marmo attribuite a Giovanni Pisano e a Rubeus, un tempo poste sulla facciata esterna.
(Martina De Angelis)