Molti lo chiamano il “signore di pietra” di Spoleto, e basta ammirare la sua imponente struttura per capire perché: il Ponte delle Torri, con la sua mole massiccia di 230 metri di lunghezza per 80 di altezza, è un’opera impressionante. Nato per portare l’acqua in città tramite un canale ancora visibile sulla sua sommità e per collegare il centro storico con il Monteluco, il Ponte delle Torri è una delle più grandi costruzioni in pietra dell’antichità, e nei secoli ha affascinato viaggiatori e personaggi storici di ogni epoca.
Le origini del “signore di pietra”, che stregò persino Goethe
L’edificazione del Ponte delle Torri rimane un mistero: non si hanno notizie certe sulla sua costruzione, ma alcuni studi hanno evidenziato come dovrebbe risalare a un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Qualcuno ha ipotizzato che il ponte sia stato costruito su resti di epoca romana di cui non ci è giusta testimonianza.
Certo è che il suo aspetto attuale si deve alla metà del Trecento, epoca in cui l’area subì vari cambiamenti edilizi su iniziativa del cardinale Albornoz. Usato per unire con un passaggio pedonale la rocca e il Fortilizio dei Mulini e allo stesso tempo per portare in città l’acqua sorgiva del monte, il Ponte delle Torri ha da sempre affascinato i viaggiatori, diventando nel tempo uno dei simboli di Spoleto. Persino Goethe, durante il suo viaggio a Spoleto, ne rimase impressionato, e scrisse: “Sono salito a Spoleto e sono anche stato sull’acquedotto, che nel tempo stesso è ponte fra una montagna e l’altra (…)L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili. È così che sorge l’anfiteatro, il tempio, l’acquedotto. E adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio (…). Cose tutte nate morte, perché ciò che veramente non ha in sé una ragione di esistere, non ha vita, e non può essere grande, né diventare grande”.
Una struttura massiccia su un panorama mozzafiato
Il Ponte delle Torri colpisce fin da subito con la sua mole massiccia: la massa muraria, di pietra calcarea, è articolata in nove piloni collegati uno all’altro da arcate ogivali. Due di questi piloni sono più alti degli altri e hanno l’aspetto di vere e proprie torri, motivo per cui si è ipotizzato che fungessero da posti di guardia. I basamenti dei due piloni di mezzo, invece, sono gli elementi che hanno fatto sospettare la presenza di un edificio romano precedente. Il percorso pedonale si trova al lato di un muraglione alto circa 12 metri, sormontato dal canale scavato dove un tempo scorreva l’acqua: nel 1845 è stato aperto un finestrone centrale panoramico, che permette di ammirare il Bosco Sacro in tutta la sua bellezza.
Com’è oggi
Oggi il Ponte delle Torri non è molto diverso da come appariva agli occhi di Goethe. È interamente percorribile grazie al percorso pedonale che si snoda per tutta la sua lunghezza, protetto da una balaustra di pietra realizzata nell’Ottocento. All’estremità orientale, nei pressi del Fortilizio dei Mulini, si trova l’inizio del Giro dei Condotti, un trekking di grande fascino che porta a scoprire antichi eremi, boschi rigogliosi e panorami mozzafiato.
(Martina De Angelis)