di Monica Di Lecce
Ferentillo scalda i motori per “Le Rocche raccontano”, la manifestazione che da quasi trent’anni, negli ultimi due week-end di agosto catapulta il borgo indietro nel tempo: si tratta di una rievocazione affidata a quadri viventi, che riproduce la storia secolare di Ferentillo, bellissimo borgo della provincia di Terni.
Lungo un percorso di 3 chilometri che si snoda per le vie del borgo, centinaia di figuranti riproducono gli avvenimenti accaduti in questo borgo: dalla civiltà umbro-sabina, alla tribù Quirina fino alla Grande Guerra del ’15-’18. In mezzo ci sono la fondazione longobarda ed eremitica dell’Abbazia di San Pietro in Valle, Papa Bonifacio VIII e il monachesimo femminile, la nascita dello Status Ferentilli, la Santa Inquisizione e il rogo della strega, il brigantaggio della Valnerina, il miracolo di San Sebastiano sulla peste, le campagne napoleoniche e il passaggio di Giuseppe Garibaldi, le grandi fiere dell’800, la festa della trebbiatura e l’inaugurazione della tramvia Terni-Ferentillo del 1909.
La manifestazione è organizzata dalla Pro loco di Ferentillo. Per il presidente Alessandro Barbonari, i giorni che anticipano l’evento, sono giorni di lavoro.
Ma come sta procedendo la preparazione?
«La preparazione è sempre abbastanza frenetica ma ce la mettiamo tutta per arrivare all’appuntamento al meglio. Si sono tantissimi volontari al lavoro per organizzare gruppi e costumi. La manifestazione, che quest’anno è alla sua 29esima edizione, si svolgerà dal 22 agosto al 1° settembre. Il 22 ci sarà l’apertura delle taverne e poi tutto un calendario di eventi che culmineranno il 24 agosto con la notte bianca e poi con i quadri viventi il 29, 30, 31 e 1° settembre».
Qual è la novità di quest’anno?
«Abbiamo un quadro in più. Quest’anno saranno in tutto quindici. Sarà un quadro senza figuranti, sostituiti da una mostra fotografica che ripercorre la storia dei quadri dagli anni ’50 in poi».
A proposito della storia dei quadri viventi, il parterre dei costumanti è numeroso. Come “reclutate” i figuranti?
«Con la crescita della manifestazione, è cresciuto anche il numero dei figuranti. L’anno scorso erano 505 da bambini ad anziani. Ci sono anche tantissimi giovani, under 16. Molti dei figuranti, circa il 40 per cento, vengono da fuori. Devo dire che funziona molto il passaparola».
Qual è il quadro più apprezzato dal pubblico?
«Tutti i quadri sono apprezzati. Quello più “affollato” è quello della peste che l’anno scorso è arrivato a contare un’ottantina di figuranti».
Come è cambiata nel corso degli anni la rappresentazione dei quadri?
«Abbiamo migliorato la scenografia. Con l’aiuto di un regista del Teatro Piccolo di Milano, abbiamo migliorato le luci su alcuni quadri. Ci sono alcuni quadri recitati e qui ogni anno i figuranti si impegnano e ognuno ci mette un po’ anche del suo».
Ogni rappresentazione fa registrare sempre importanti presenze, qual è stato l’anno d’oro e che cosa vi aspettate da questa edizione?
«L’anno scorso è stato l’anno del record: abbiamo avuto 3000 presenze che in un borgo come il nostro sono tantissime e anche difficili da gestire visto che all’ingresso non c’è molto spazio. Quest’anno puntiamo a bissare i numeri dell’edizione passata e stiamo lavorando anche per agevolare l’ingresso».
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