Un matrimonio importante, un delitto, la fuga e il nascondiglio. Ci sono tutti gli ingredienti di un buon romanzo dietro la storia della fontana monumentale di Polino. Nel più piccolo paese della bassa Umbria, arroccato a 826 metri sul livello del mare, in una posizione di dominio e di difesa, ha trovato ospitalità una regina. Giovanna la Pazza, in fuga dopo l’omicidio del marito, si è trovata talmente bene in questo posto che in segno di riconoscenza per l’accoglienza ricevuta, volle far costruire la fontana monumentale che ancora oggi, imponente, accoglie il visitatore al suo ingresso nel borgo. Sulla sommità del manufatto c’è la statua di una regina che esce dalle onde. Fin qui nulla di strano né di misterioso se non fosse che nell’arco della storia di Giovanna la Pazza ce ne sono state due: Giovanna d’Aragona (1479-1555), sovrana del regno di Puglia, e Giovanna I d’Angiò (1326-1382) del regno di Napoli. Ad accomunarle oltre all’omonimia, anche un tragico destino: entrambe furono accusate del delitto del marito. Per questo le tradizioni locali di Polino hanno spesso confuso le due donne. L’ipotesi più accreditata, però, è che a Polino sia arrivata Giovanna I d’Angiò come dimostrerebbe lo stemma dei marchesi Castelli, signori di Polino, in cui compaiono gli attributi che la sovrana, sorella di Ladislao d’Angiò, re di Napoli, concesse alla famiglia ternana di cui, si pensa, fosse la capostipite.