Polino è uno dei più piccoli comuni d’Italia (poco più di 260 abitanti), ma la prima cosa che noterai all’arrivo nella piazza del paese è una fontana monumentale che non ha eguali in Umbria: una fontana seicentesca degna di una città di ben altre dimensioni.
Il contrasto con il piccolo borgo medievale, arroccato intorno al castello dalle torri circolari, sarà sicuramente d’impatto.
La fontana, costruita in conci squadrati in pietra calcarea locale, è grandiosa. È composta da un imponente fronte tripartito, profondo poco più di un metro, che svetta verso il cielo per un’altezza di una casa a due piani.
Tra le varie immagini rappresentate, dall’elegante attico con volute sui raccordi laterali, spicca una scultura raffigurante una regina che sembra emergere dalle onde. Il mistero avvolge da sempre questa figura.
La tradizione locale la identifica con Giovanna la Pazza, sovrana delle Puglie, accolta in fuga a Polino dopo l’uccisione del marito. Per ringraziamento dell’ospitalità ricevuta, la regina avrebbe fatto realizzare la fontana e raffigurare se stessa.
Le tradizioni locali sovrappongono le storie drammatiche di due regine omonime, Giovanna d’Aragona (1479-1555) e Giovanna I d’Angiò (1326-1382), entrambe dette “la Pazza” e legate al regno di Napoli e della Puglia.
La scultura di Polino è in realtà identificabile con quest’ultima, sorella di Ladislao d’Angiò, re di Napoli, poiché nello stemma dei Castelli sono rappresentati gli attributi da lei concessi alla famiglia ternana di cui fu considerata come una capostipite.
Questa particolare iconografia, così come i riferimenti decorativi e architettonici tipici delle fontane della Roma papalina della seconda metà del ‘500, incuriosiscono e meritano di essere ancora oggetto di studio e approfondimento.
(Federica Mosca)