Nessuno lo potrebbe sospettare, e invece una delle opere contemporanee più misteriose e pregne di magia si trova nel luogo più sacro che possa esserci: una chiesa. O meglio, una ex chiesa. Ma facciamo un passo indietro. Ci troviamo a Foligno, cittadina umbra di grande fascino, ricca di architettura, arte e cultura. In via Garibaldi lo sguardo scivola sulle mura di pietra della chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, edificata nel 1760 ma mai terminata, tanto da cadere in disuso prima ancora di essere consacrata.
In questa cornice particolare si trova un’opera d’arte ancora più particolare: la Calamita Cosmica, scultura monumentale realizzata da Gino De Dominicis, un artista la cui vita e le intenzioni dietro questo lavoro rimangono tutt’oggi un mistero. Nessuno sa perché la scultura si chiami così, né quale fu la sua genesi: l’artista la realizzò segretamente attorno al 1988, la mostrò a sorpresa per la prima volta nel 1990, e oltre a comunicare il suo nome disse poco altro. Quello che è certo, è che al di là delle motivazioni che nasconde, la Calamita Cosmica è davvero impressionante. Si tratta di un’immensa scultura antropomorfa che ricorda lo scheletro di un essere umano in tutto tranne che nel viso, dove al posto del naso campeggia un becco, e che tiene in mano una lunga asta dorata. Realizzata in vetroresina, ferro e polistirolo, la statua è sdraiata sul pavimento dell’ex chiesa in tutta la sua maestosità: 24 metri di lunghezza, 9 metri di larghezza e 4 metri di altezza dal suolo. Dal 2011 la Calamita Cosmica ha trovato casa nella chiesa di Foligno, che curiosamente è la sua ambientazione ideale: il contrasto con i muri di pietra è particolarmente suggestivo, e grazie alla conformazione della struttura il visitatore può girare intorno a tutta l’opera, ma anche osservarla dal primo piano per ammirarla da un punto di vista completamente diverso.
Da qualsiasi lato si guardi, è impossibile non chiedersi cosa si celi dietro al suo mistero, e a quello del suo autore. Gino De Dominicis (Ancona 1947 – Roma 1998) fu uno dei più controversi autori dell’arte italiana del secondo dopoguerra, noto per la sua produzione sempre legata ai misteri, agli elementi alchemici, all’idea della magia, e anche per la sua vita misteriosa: l’artista non appariva quasi mai in pubblico, non pubblicava sui cataloghi di arte, lavora in segreto, non dava spiegazioni. Proprio così, in silenzio e in segreto, è nata la Calamita Cosmica, tutt’oggi circondata da un alone di mistero che la rende ancora più affascinante.
Il mistero del suo significato reale non ha impedito agli esperti, nel corso degli anni, di provare a darle una spiegazione. Secondo l’ipotesi più attestata, tutto il significato della Calamita Cosmica è nell’asta dorata che lo scheletro stringe in mano: una calamita che scandisce il tempo, oppure il simbolo del rapporto della creatura con lo spazio cosmico, verso cui tende l’asta. Un collegamento tra terra e cielo, un collegamento tra il mondo terreno e il mondo cosmico, ma anche un’espressione di qualcosa di palesemente sovraumano, e quindi inaccessibile ma profondamente affascinante.
(Martina De Angelis)