A 14 km da Narni e adagiato su un’altura di circa 600 metri, raggiungibile attraverso un percorso abbastanza tortuoso ma con scorci paesaggistici mozzafiato, il Sacro Speco Francescano sorge sui luoghi dove San Francesco soleva ritirarsi in preghiera ed è uno dei santuari più importanti d’Italia.
La storia vuole che, venendo a piedi da Stroncone insieme a dei suoi fratelli, il santo giunse in quello che era conosciuto come Eremo di Sant’Urbano, fondato dai benedettini nel 1213.
Da allora si ritirò spesso in questo luogo di pace e silenzio per pregare e meditare in solitudine in una delle grotte (“speco”) utilizzate dagli eremiti.
Fu qui che, secondo la tradizione, ascoltò la musica della cetra suonata da un angelo e trasformò l’acqua attinta dal pozzo, tutt’oggi visibile, in vino, come ci raccontano “i Fioretti” di Tommaso da Celano.
Oltre la sacra fenditura nella roccia, il santuario, ancora caratterizzato da un profondo senso di spiritualità e pace, conserva le strutture primitive, come l’Oratorio di San Silvestro, i luoghi in cui visse il Santo e il Convento che venne poi edificato in seguito all’opera di San Bernardino da Siena.
Il Sacro Speco di Narni si può raggiungere percorrendo il “Viale del Perdono”.
Lasciata l’auto nel parcheggio, a circa 150 metri dall’ingresso, si può arrivare alla piccola chiesa edificata tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, a navata unica, che conserva un crocifisso ligneo cinquecentesco e un tabernacolo con colonnine tortili. Di fianco, il chiostro quattrocentesco con vista sulla vallata.
Dal chiostro si può accedere all’Oratorio di San Silvestro, la parte più antica del complesso, principale luogo di preghiera. Dietro l’abside il pozzo da cui San Francesco attinse l’acqua per il celebre miracolo della trasmutazione in vino.
Dal chiostro si può accedere anche al refettorio di San Bernardino mentre nel piano superiore si aprono le celle del convento.
Salendo nel bosco si può arrivare al Sacro Speco e alla chiesetta che al suo interno presenta due affreschi che raccontano il miracolo del vino.
In una cella è ancora custodito il letto in cui riposò il Santo durante la malattia e, di fronte, la “colonna dell’Angelo”.
Sul prato di fronte, un castagno centenario che, secondo tradizione, cominciò a germogliare quando San Francesco piantò il suo bastone prima di ripartire.
Il percorso per raggiungere questo luogo fa parte del Cammino dei Protomartiri Francescani.
(Federica Mosca)