È l’unico posto al mondo in cui si può trovare l’opera completa, dall’inizio fino alla fine degli anni ’80, di Alberto Burri, uno dei più grandi artisti del ‘900. Fu lui stesso a volere che le sue opere venissero conservate nel luogo natio, a Città di Castello. Con una prima donazione di 32 pezzi, nel 1978 nasce la Fondazione Palazzo Albizzini “Collezione Burri”, dal nome dell’edificio che la ospita, riconosciuta con decreto del presidente della giunta regionale dell’Umbria.
Il museo viene inaugurato nel 1981 e si articola in 20 sale che ospitano circa 130 opere dal 1948 al 1989. Si ritrovano oltre ai primi Catrami e alle Muffe, la selezione di Sacchi degli anni ’50 e le sale con Legni, Ferri, Combustioni, Cretti e Cellotex, oltre ai bozzetti per scenografie ed alcuni esempi della produzione grafica. Palazzo Albizzini ospita anche la biblioteca, la fototeca e l’archivio con una esauriente bibliografia sul pittore.
Di pregio questa sede espositiva: l’elegante palazzo del ‘400 si estende per 1600 metri quadrati su tre piani, un’opera rinascimentale con suggestivi richiami all’architettura fiorentina. Non è stato facile restaurare e “adattare” l’edificio alle necessità museali. Al progetto hanno lavorato gli architetti Alberto Zanmatti e Tiziano Sarteanesi che hanno interpretato al meglio il recupero, lasciando aspetto il più vicino possibile a quello originale utilizzando, ad esempio, la pietra materiale ricorrente all’interno del palazzo e ripristinando intonaci con calce e sabbia lucidati a cazzuola.
Nel 1990 viene inaugurata la seconda sede espositiva, gli ex Essiccatoi del tabacco, che ospita la raccolta più completa dell’artista composta da 128 opere che vanno dal 1970 al 1993. Rappresenta un esemplare recupero di archeologia industriale. È stato lo stesso Alberto Burri a immaginare gli ex Essiccatoi come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni.
Il complesso è stato concesso inizialmente all’artista come laboratorio nel 1978 e successivamente acquisito e restaurato dalla Fondazione come nuovo spazio espositivo.
Qui le opere contenute in grandi padiglioni dipinti di nero per volontà dello stesso Burri sono suddivise per cicli realizzati tra il 1979 e il 1993: Il Viaggio (1979), Orsanmichele (1980), Sestante (1982), Rosso e Nero (1983-1984), T Cellotex (1975-1984), Annottarsi (1985-1987), Non ama il Nero (1988), Grandi Neri (1988-1990), Metamorfotex (1991) e Il Nero e l’Oro (1992-1993).
Dal 2017 è attiva anche una nuova sezione museale, ubicata nei sotterranei degli ex seccatoi, che ospita tutta l’opera grafica del maestro.
ORARI DI APERTURA DELLE DUE SEDI ESPOSITIVE
01 Novembre – 31 Marzo
Dal martedì alla domenica 10.00 – 13.00 e 14.30 – 17.30
Chiuso il lunedì
Chiuso il 24 e 25 Dicembre e il 1 Gennaio
01 Aprile – 31 Ottobre
Dal martedì al venerdì 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
Sabato, Domenica e Festivi 10.00 – 18.00 continuato
Chiuso il lunedì
Biglietti: qui