Piccolino e arroccato come un presepe, Spello è uno dei borghi più suggestivi dell’Umbria per il suo alto concentrato di arte, e per antiche tradizioni ancora vive come la celebre infiorata. Tra le sue stradine medievali conserva uno dei tesori artistici più preziosi di tutta Italia: la Cappella Baglioni, conosciuta anche come Cappella Bella.
La storia di questo piccolo angolo della chiesa di Santa Maria Maggiore inizia nel 1500, quando il priore della collegiata, Troilo Baglioni, decide di far decorare una delle cappelle della chiesa da uno degli artisti più in voga del momento, il Pinturicchio. Il pittore umbro si trovava a Roma, dove aveva terminato di decorare l’Appartamento Borgia, e lasciati i fasti della corte pontificia riesce a trovare, a Spello, un particolare stilo pittorico pregno di spiritualità che diventerà uno degli esempi più superbi di pittura della rinascenza italiana. La Cappella Baglioni è un ambiente piccolo, quadrangolare, con parte del pavimento ricoperto di ceramiche di Deruta: colpisce fin dal primo sguardo per il suo essere interamente affrescata sulle pareti e sul soffitto con dipinti dai colori vividi, delicati e molto realistici nel loro genere, tutti firmati da Pinturicchio, e grazie al gioco di prospettiva e ai ricchissimi dettagli sembra di essere catapultati all’interno della scena che si sta guardando. La parete di sinistra è interamente dedicata alla rappresentazione dell’Annunciazione, e gli episodi mariani raccontati sono particolarmente affascinanti non solo per la tecnica pittorica, ma anche per il particolare aneddotico su cui l’artista di concentra: episodi di quotidianità, che in qualche modo rendono la scena più vicina all’osservatore.
La stessa umanità si riscontra anche nella rappresentazione della Natività, che occupa tutta la parete centrale della cappella. Queste scene sono l’espressione massima del nuovo stile elaborativo a cui è giunto Pinturicchio in questo periodo della sua vita artistica, un misto di retaggi della tradizione tardogotica, piani prospettici e fondali ricchi di dettagli naturalistici. L’affresco che occupa la parete di destra rappresenta la Disputa di Gesù fra i Dottori, e pur mantenendo una continuità di stile con le due opere precedenti, è quello che rappresenta di più la tradizione pittorica rinascimentale: il giovane predicatore è circondato da una serie di personaggi disposti secondo i canoni della poetica cinquecentesca, tra cui spicca in primo piano a sinistra il committente dell’opera, Troilo Baglioni. E se siete dei bravi osservatori, all’interno della cappella riuscirete anche a trovare una vera chicca: nella parete di destra, dove si apre una finestrella con grata, si trova l’autoritratto del Pinturicchio, una sorta di firma lasciata dall’artista.
La Cappella Baglioni, tenendo conto anche della volta su cui sono raffigurate le Sibille, si presenta nel complesso come una delle più armoniose creazioni di Pinturicchio, massima espressione del grande talento tecnico dell’artista, ma anche la sua capacità di approfondimento spirituale. Non per niente, il ciclo di Spello è considerato da molti l’apice della produzione artistica del pittore.
(Martina De Angelis)