In origine non c’erano centri commerciali, negozi e banchi di alimentari. C’era la caccia, e c’era la pesca. Raccogliere i prodotti di mari, fiumi e laghi è da sempre una delle attività più antiche praticate dall’essere umano, ancora oggi fonte di grande sostentamento.
Un’occasione per saperne di più, soprattutto sulla pesca lacustre, è offerta da San Feliciano, caratteristico borgo affacciato sulle sponde del Lago Trasimeno: proprio qui si trova il Museo della Pesca del Lago Trasimeno, un percorso espositivo molto ricco, tutto dedicato a raccontare lo sviluppo delle attività ittiche sul bacino, ma anche la sua storia. Visitare il museo vuol dire immergersi in un mondo dove l’acqua è la protagonista, che detta i ritmi della vita e offre il sostentamento per vivere. Le sale del museo iniziano il loro racconto spiegando le origini del Lago Trasimeno, attestate a circa un milione e settecentomila anni fa a causa dei movimenti tettonici che provocarono la depressione in cui si raccolsero le acque del lago. Si prosegue di sala in sala alla scoperta della sua evoluzione, della storia e della vita delle comunità che si sono insediante sulle sue rive. A questo punto, la mostra si concentra sulla pesca, attività che per lunghi secoli ha rappresentato la primaria risorsa alimentare ed economica di questa zona.
Grazie a una serie di supporti multimediali e sale virtuali, il visitatore scoprirà le tecniche di pesca dalla preistoria fino ai giorni nostri, e in quattro ambienti diventerà partecipe della giornata del lavoro del pescatore, attraversandone ogni fase: l’alba, il mezzogiorno, il pomeriggio e la sera. Tutta l’ampia sezione dedicata alla pesca, che si chiama “Conoscere il lago”, è arricchita anche da materiali archeologici, etnografici, storico-archivistici e di studi dedicati, a supporto del racconto della grande tradizione peschereccia del lago umbro, iniziata addirittura nel Neolitico. Tra i reperti più interessanti spiccano i pesi da rete in terracotta dell’età del Bronzo, le esche di epoca preistorica e altri pesi di epoca romana; tra i materiali artistici, invece, sono molto interessanti gli acquerelli di Elio Pasquali che rappresentano un’antica tecnica di pesca chiamata gorro e la tecnica di lavorazione delle piante palustri, usata anche per reti, ceste, corde e rivestimento di sedie e fiaschi. Non mancano anche strumenti usati per la pesca, una sala multimediale costruita a forma di barca e due acquari molto grandi che mostrano le specie ittiche che oggi popolano il lago.
Recentemente, il Museo della Pesca del Lago Trasimeno ha inaugurato una nuova area tutta dedicata all’avifauna, una delle massime ricchezze del lago. Di questa preziosa presenza vengono raccontati gli aspetti naturalistici e culturali, tra cui la caccia, di cui si fa cenno già nel I secolo d.C. e di cui leggiamo approfonditamente ina alcuni autori del Quattro-Cinquecento. Di particolare pregio la rara collezione di uccelli acquatici impagliati: sono stati offerti da Pietro Ceroni, e i loro nomi dialettali sono raccontati dagli approfondimenti di Vincenzo Valente e Giovanni Moretti.
(Martina De Angelis)