22 luglio 1992, Francesco Mandarini termina il proprio mandato come Presidente della Giunta regionale dell’Umbria. Definito “presidente-operaio” per i suoi trascorsi di lavoratore, fu consigliere e assessore regionale dal 1970 al 1992, segretario della federazione perugina del PCI dal 1975 al 1982. Mandarini viene ricordato come una delle personalità più influenti e carismatiche della Sinistra umbra. E’ stato anche definito da Alberto Stramaccioni “uno dei padri della Regione”. E’ stato anche il primo ex operaio della Perugina a ricoprire ruoli istituzionali di livello così elevato. Come assessore e come presidente della Giunta regionale fu importante il suo contributo alla riforma della macchina amministrativa regionale. Notevole fu poi la sua attenzione per il miglior utilizzo dei fondi europei con l’obiettivo di far fronte ad arretratezze e squilibri dell’economia umbra, anche per una maggiore collaborazione tra settore pubblico e privato.
Contrario alla nascita del nuovo Partito Democratico e al superamento del PCI, non riconoscendosi più in alcun partito della sinistra, negli anni Novanta proseguì nell’impegno politico divenendo tra i promotori e redattori della rivista regionale Micropolis.
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