Il 5 settembre 1833, secondo un documento di viaggio, Giacomo Leopardi, come riportato da Christian Armadori, soggiorna a Spoleto, durante una più articolata visita in Umbria. Su una lapide in Corso Garibaldi, murata sulla parete di un edificio civile che fu un tempo sede dell’Albergo della Posta viene in realtà riportata la data del 1830 che non appare conforme al documento, salvo che non si trattasse di un’altra visita. Fatto sta che, secondo il documento citato, il poeta di Recanati, provenendo da Firenze visita a Perugia il 4 settembre, Spoleto il 5 e Terni il 6, dove si ferma ad ammirare la Cascata delle Marmore. Proprio in memoria di uno dei suoi viaggi in Umbria, Leopardi dedicò alcuni versi al borgo di Trevi:
Come chi, d’Appennin varcato il dorso
presso Fuligno, per la culta valle
cui rompe il Monte di Spoleto il corso,
prende l’aperto e dilettoso calle,
se il guardo lieto in sulla manca scorso
leva d’un sasso alle scoscese spalle,
bianco, nudato d’ogni fior, d’ogni erba,
vede cosa onde poi memoria serba,
di Trevi la città, che con iscena
d’aerei tetti la ventosa cima
tien sì che a cerchio con l’estrema schiena
degli estremi edifizi il piè s’adima;
pur siede in vista limpida e serena
e quasi incanto il viator l’estima,
brillan templi e palagi al chiaro giorno,
e sfavillan finestre intorno intorno.