Il cucito e il ricamo sono da sempre considerate delle forme di arte, particolarmente vicine al mondo femminile poiché, fin da i tempi più antichi, erano proprio le donne a occuparsene. Questo ha portato alla nascita di veri e proprio pezzi unici, delle opere d’arte fatte testimoni di una manualità incredibile e di una tradizione antichissima.
Sull’Isola Maggiore il merletto è una tradizione da molto tempo, una storia preziosa raccontata dal Museo del Merletto allestito all’interno del Palazzo delle Opere Pie, affascinante edificio di origine medievale. Qui si possono ammirare una serie di manufatti che testimoniano la diffusione locale di questa forma di artigianato rara e raffinata. Tutto inizia tra il XIX e il XX secolo, quando in Italia e in Europa si diffonde il fenomeno di ripresa di una serie di produzioni artigianali, tra cui quella tessile del ricamo e del merletto. Sull’Isola Maggiore, tutto si deve alla marchesa Elena Guglielmi, figlia del marchese Giacinto Guglielmi: è l’inizio del XX quando, ispirata dal lavoro di merletto eseguito dalle sue servitrici irlandesi, chiama dall’Irlanda una ricamatrice esperta. Avvia così un vero e proprio corso di merletto, aperto a tutte le donne dell’isola, per imparare la rara tecnica del pizzo d’Irlanda, nata nei monasteri irlandesi: prevede che l’uncinetto ricrei la lavorazione dei merletti realizzati ad ago, e predilige soprattutto motivi floreali come rose, trifogli, foglie e grappoli d’uva, uniti tra loro da una rete fitta e sottile.
L’iniziativa di Elena ebbe talmente tanto successo che venne inaugurata una scuola, dove le figlie dei pescatori impararono a diventare esperte ricamatrici, imparando un mestiere che ancora oggi è praticato dalle abitanti dell’isola. La scuola rimase aperta fino agli anni Trenta, sotto la guida dell’isolana Elvira Tosetti de Sanctis, e poi torna attiva mezzo secolo più tardi su iniziativa di un’altra donna visionaria: Maria Vittoria Semolesti, nel 1963, crea la Cooperativa di lavoratrici per la produzione e la vendita del merletto, e inizia un’attività lavorativa vera e propria, che portò alle merlettaie dell’Isola Maggiore riconoscimenti anche a livello internazionale. Il Museo del Merletto nasce proprio con l’intento di raccontare il talento delle donne locali di ieri e di oggi, attraverso l’esposizione di strumenti e materiali d’epoca, e di una cospicua raccolta di prodotti realizzati a partire dal XX secolo, tra cui tovaglie, lenzuola, centrini, guanti e abiti.
(Martina De Angelis)